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Nucleare: dal Giappone in poi

12 Mag

L’artista giapponese  Isao Hashimoto ha realizzato una rappresentazione grafica sulla storia delle esplosioni nucleari. L’opera, chiamata “1945-1998”, parte dalle bombe atomiche fatte esplodere in Giappone nel 1945 e prosegue sino al 1998 associando un suono per ogni bomba esplosa con l’indicazione del Paese responsabile.

Buona visione

(via tecnoetica)

Dal Giappone con furore

23 Mar

Ieri ha circolato con insistenza la voce dell’arrivo della nube radioattiva anche da noi. Infatti le previsioni fornite dall’Institut de Radioprotection et de Sûreté Nucléaire hanno preannunciato l’arrivo della nube sui cieli francesi per oggi e sui cieli italiani per domani. Parallelamente ho letto il discorso della European Physical Society sulla situazione giapponese e ho creato la rappresentazione grafica delle parole più usate…il risultato dimostra il ripetersi delle parole nucleare, danno, conseguenze, europeo…nulla di buono insomma. Adesso si vedrà come evolve la situazione, per ora il governo italiano temporeggia.

H&M ecosostenile (ovvero una scusa per fare shopping)

2 Mar

Moda e sostenibilità ambientale non sono propriamente due concetti che si rincorrono, per questo motivo quando ho letto che H&M ha presentato la Conscious Collection, una collezione eco-sostenibile, non ci volevo quasi credere!!!

Il look della collezione sarà minimalista, con pizzi e drappeggi applicare per impreziosire gli abiti, realizzati nelle tonalità del bianco.

I materiali utilizzati comprendono cotone e lino privi di additivi chimici, poliestere ottenuto dal riciclo delle bottiglie di plastica e il tencel, un materiale a base di fibre di legno.

Spegni la luce e accendi il tricolore

18 Feb

È il motto della settima edizione della campagna “M’illumino di meno” lanciata dal programma di Radio2 Caterpillar.

Quest’anno il tema saranno i 150 dell’unità d’Italia, e per l’occasione la puntata della trasmissione andrà in onda dal Castello di Rivoli a Torino (17-19,30). Nella location scelta ci sarà una installazione raffigurante l’Italia sotto forma di puzzle realizzato in plastica riciclata, proveniente dal progetto “Italiae. 150 eventi in piazza per ri-disegnare l’Italia”, nato dalla collaborazione fra il Comitato Italia 150 e il Dipartimento Educazione Castello di Rivoli – Museo d’Arte Contemporanea e finalizzato a promuovere elementi di cultura contemporanea nel contesto storico e ad attualizzare la dimensione storica nel tempo presente.

Caterpillar invita comuni, associazioni, scuole, aziende e case ad aderire all’iniziativa creando un’accensione virtuosa, a base di fonti rinnovabili: infatti accanto agli spegnimenti simbolici ci saranno anche le accensioni originali di luci pulite a tema con il tricolore.

Su www.caterpillar.rai.it sarà possibile segnalare la propria adesione e trovare tutti i materiali per diffondere l’iniziativa.

abc sulla diseguaglianza

30 Nov

 

Girottando per la rete ho trovato un video molto interessante sui principi base della nostra economia.

Be the change you wish to see in the world” Gandhi

impeto femminista

29 Nov

Donna vuol anche dire ecologia. L’assenza di studi sull’argomento può essere dovuta alla notevole differenza nel comportamento verde dei due sessi? Chi lo sa! È però certo che i pochi studi presenti dimostrano che gli uomini guidano la macchina più delle donne. Gli uomini consumano tra i 23 e i 32 GigaJoule di energia all’anno, che a livello generale vuol dire 105 GigaJoule per le donne e 313 per gli uomini. Una notevole disparità che non viene influenzata dalle maggiori spese femminili per cibo, igiene e salute…..x cui UOMINI IMPARATE DA NOI!!!!!

uomo contro natura 1-1

23 Nov

Per quindici anni i contadini statunitensi hanno pensato di essere più furbi della natura.

Tutta colpa della Monsanto???

Non credo: un contadino ama e rispetta la terra e la natura, sa che non è possibile giocarci  contro.

Eppure ci sono cascati in tanti, gli stessi che oggi parlano di “mostri” e non si capacitano della necessità di dover ricorrere a zappa e pala per salvare raccolti e guadagni, hanno usato sementi ogm per 16 anni.

Danno la colpa all’ingegneria genetica e in particolare ai sementi Roundup Ready. Le piante coltivate hanno un gene che permette loro di essere resistenti all’erbicida totale Roundup: grazie a questi sementi gli agricoltori hanno potuto usare l’erbicida indiscriminatamente, senza causare danni alle piantagioni e senza dover arare.

In questo modo si è arrivati ad avere il 58% del cotone, il 66% del mais e il 93% della soia Roundup Ready.

Tuttavia, come insegna Darwin, bisogna considerare sempre la selezione naturale: dopo una quindicina di anni di uso intensivo di queste sementi e di questo erbicida, una decina di erbe infestanti sono diventate resistenti e hanno finito con il moltiplicarsi in modo indiscriminato. Tra queste c’è l’Amaranthus palmeri: i contadini affermano che cresce di circa 5 cm al giorno e arriva ad assumere le forme più strane.

C’è stato un ritorno al passato, zappa alla mano si sta cercando di rimediare il danno creato in laboratorio…per eliminare le piante infestanti, ma soprattutto proteggere le colture…

 

 

To be continued

il settimo continente

21 Nov

Pacific Trash Vortex, ovvero il settimo continente, quello che siamo riusciti a creare noi umani con le nostre abitudini, o meglio le nostre cattive abitudini.

Infatti parte dei nostri rifiuti va ad aumentare il Pacific Trash Vortex, un vortice di spazzatura composto per l’80% da plastica e il resto da altri rifiuti, che si trova nell’Oceano Pacifico. Si tratta di un’isola di circa 2500 chilometri di diametro, profonda 30 metri.

Questa discarica si è formata a partire dagli anni cinquanta, in seguito all’esistenza della North Pacific Subtropical Gyre, una corrente oceanica che si muove in senso orario a spirale. L’area è una specie di deserto oceanico, dove la vita è ridotta solo a pochi grandi mammiferi o pesci e in aggiunta causa la morte di più di un milione di uccelli e 100mila mammiferi marini l’anno. Quando il materiale della discarica finisce al di fuori del vortice può arrivare alle Isole Hawaii o addirittura in California. In alcuni casi la quantità di plastica che si arena su tali spiagge è tale che si rende necessario un intervento per ripulirle, in quanto si formano veri e propri strati spessi anche 3 metri. La maggior parte della plastica giunge dai continenti, per cui siamo noi a produrla…solo il resto proviene da navi private o commerciali e da navi pescherecce.
Infatti la maggior parte della plastica che usiamo è poco biodegradabile e finisce per sminuzzarsi in particelle piccolissime che finiscono nello stomaco di molti animali marini uccidendoli, invece quella che rimane si decomporrà solo tra centinaia di anni, provocando da qui ad allora danni alla vita marina.
Charles Moore si imbattè in questo mare di immondizia nel ’97 e la scoperta gli cambio la vita. Fondò infatti  Algalita Marine Research Foundation, dal nome del suon catamarano utilizzato per le ricerche marine, con lo scopo di studiare possibili soluzioni per rimediare all’enorme scempio.


la prossima volta che ci chiedono se vogliamo una busta di plastica riflettiamo sulle conseguenze della nostra scelta.

quando l’attualità incontra l’arte

9 Nov

Nel 2000, Alfredo Jaar, artista cileno celeberrimo in tutto il mondo, ha coniugato arte, scienza e storia con l’opera The Cloud.

Si tratta di un omaggio alle oltre 3mila vittime del confine tra Messico e Stati Uniti che negli anni 90 hanno perso la vita nel tentativo di oltrepassare quella linea immaginaria.

L’artista ha scelto di ricordarli tutti con una nuvola artificiale che per 45 minuti è rimasta sospesa sulla linea di confine tra Tijuaca e San Diego mentre si svolgeva una cerimonia laica e un quartetto d’archi intonava una melodia.

Il senso dell’opera è la libertà di movimento che viene raccontata dai 3000 palloncini biodegradabili che la componevano: le vittime/palloncini sono stati finalmente liberi di spostarsi da uno stato all’altro senza bisogno di passaporto.

anche i limoni ci dividono

5 Nov

La storia dei limoni deformati raccolti a Terzigno sta facendo il giro di giornali e social network. Infatti, complice la situazione del paese, le sue lotte contro l’attuale gestione dei rifiuti e l’assedio dei giornalisti, tutti conoscono il dramma di una popolazione che lotta per riaffermare il suo diritto alla salute. La notizia che ha colpito la nostra immaginazione rischia però di essere un clamoroso falso, infatti non appena sono state pubblicate le foto dei limoni malformati ho notato i commenti di diverse persone che li additavano come infettati dall’Eriophyes sheldoni, meglio noto come acaro delle meraviglie. In effetti cercandolo su internet mi sono imbattuta in immagini di frutti “malformati” che possono essere ricondotti a quelli mostrati dai giornali di questi giorni.

Credo che comunque non si possa sottovalutare l’importanza dell’inquinamento delle falde acquifere, che risolvere tutte le discussioni dando la colpa ad un microrganismo sia quanto meno riduttivo e soprattutto che non si possa liquidare la questione con un parere virtuale. Siamo diventati tuttologi, menefreghisti ma soprattutto abbiamo smesso di considerare la terra e l’ambiente come sistemi complessi che risentono di molteplici influenze e che possono essere alterati dall’azione indiscriminata e incontrollata dell’uomo.